[D.Gray-Man] Me irrite, com amor, Tyki Mikk/Lavi, Yaoi, NC17

« Older   Newer »
  Share  
Yuki_
view post Posted on 7/7/2012, 12:23




Titolo: Me irrite, com amor
Fandom: D.Gray-Man
Tipologia: one-shot
Personaggi: Lavi, Tyki Mikk
Rating: NC17 - arancione
Genere: introspettivo, sentimentale
Avvertimenti: yaoi, lemon (o lime, a seconda dei punti di vista)
NdA: qualcuno l'ha chiesta - e quel qualcuno sappia che odio profondamente scrivere Tyki/Lavi, visto che si contrappongono alla Lavi/Yuu ç_ç
Ah, questa è una di quelle cose scritte per la Notte Bianca di Mari di Challenge. Tranquille, se ve la siete persa aspettate l'anno prossimo - anch'io l'anno scorso ero ignorantissima a riguardo, hehe.
Si ringrazia 3pride per il prompt "Vorrei poterti dire che mi sei mancato, ma sono certo che mi prenderesti per il culo" - "L'avrei fatto comunque. E letteralmente"


Me irrite, com amor.



Scricchiolava. Tutto quel che lo circondava emetteva quel fastidioso rumore, dalle assi sconnesse del vecchio pavimento di legno alle pareti attraversate dai topi, alle ante della finestra che vibravano per la forte tempesta che imperversava fuori, nella fredda notte caucasica.
Lo scafo della nave che solcava silenziosa il Mar Nero era senza dubbio quanto di più inquietante Lavi avesse mai sentito nella sua giovane vita – beh, magari era solo secondo allo sferragliare degli attrezzi di Komui. Il sapere di essere in mezzo al mare lo metteva sempre in agitazione, come se il sentirsi sballottato tra i flutti e le correnti gli ricordasse come allo stesso modo veniva sospinto e tirato da entrambe le sue metà. Erano sempre quelle, Lavi e Bookman, due entità che erano una e si equilibravano costantemente a seconda di come la marea di emozioni fluisse in quella parte di sé divisa tra il cuore e la mente, tra la verità e la menzogna. E, solo recentemente, tra il sacro ed il profano.
Odiava dover ammettere che quel maledetto gli mancava, persino troppo per quel cuore che non avrebbe dovuto provare emozioni né sentimenti. Mal sopportava il ghigno che gli si dipingeva ferino sulla pelle, abbronzata o lattea ch’essa fosse, e la posa con la quale lo attendeva sull’ennesimo uscio o contro l’occasionale muro di mattoni, ben consapevole che non avrebbe dovuto muovere un dito per avvicinarlo a sé.
Sarebbe bastato uno sguardo, e lo avrebbe avuto; un sorriso, e lo avrebbe soggiogato; una parola sussurrata a fior di labbra e lo avrebbe posseduto ancora nel suo letto, un letto che cambiava di volta in volta ma in fondo rimaneva sempre lo stesso, sfatto materasso che odorava di Madeira, sesso e intossicante tabacco portoghese.
«Buonasera, guercio».
E la sua voce, quel timbro sud europeo arrochito dal fumo di troppe sigarette consumate e dallo strisciare sinuoso di ogni singola lettera contro gola e palato, che rimbalzava dalla lingua sui denti perfetti sgusciando sensuale fuori dalle sue labbra e colpendolo con la stessa intensità che avrebbe messo nel suo attacco migliore.
Sir Tyki Mikk era davvero invincibile, sotto ogni punto di vista.
«Che vuoi?», rispose brusco Lavi, continuando la sua lettura del Macbeth con il chiaro intento di non prestargli ascolto. Era giunto all’atto in cui infine Ofelia si toglieva la vita, e non aveva la minima intenzione di concedergli più attenzione di quanta non ne avesse già reclamata.
«E io che mi aspettavo un’accoglienza romantica. Nemmeno un bacino?», chiese in falsetto indicandosi una guancia con il dito coperto dal guanto bianco. Lavi lo guardò malissimo, rituffandosi nella vecchia edizione dell’opera senza sforzarsi per trovare una risposta abbastanza concisa da zittirlo.
«Siamo di poche parole stasera, mh? Davvero non c’è niente che tu voglia dirmi?».
Frustrato e assolutamente certo di non poter proseguire nel suo tranquillo passatempo, Lavi richiuse il tomo con un colpo secco, facendo svolazzare per aria un po’ di polvere. Inalò a fondo il tipico odore della carta vecchia, riconoscendolo come sinonimo di casa. Più che un coniglio, avrebbe definito sé stesso un topo da biblioteca – uno di quelli fighi, è ovvio.
«Vorrei poterti dire che mi sei mancato», sentenziò accavallando le gambe sulla poltrona, gettando poi uno sguardo alla porta oltre la quale, nella stanza di fronte, riposava Bookman, «ma sono certo che mi prenderesti per il culo».
Si ritrovò a fissare il singolo occhio verde in quelli ambrati del Noah, ad un passo dal suo volto. Talmente vicino che i nasi avrebbero potuto sfregarsi, le mani scivolare lungo i rispettivi corpi, le labbra combaciare e le lingue…
Lavi si diede dell’idiota. Ad ogni nuovo incontro non riusciva a formulare pensieri coerenti che non fossero Tyki, io e sesso. Fino a qualche tempo prima vi avrebbe aggiunto anche nudi, ma solo recentemente aveva scoperto quanto in realtà al Conte Mikk piacesse dominare nel rapporto – e fargli a pezzi i vestiti tra le strade della sua Lisbona mentre lui rimaneva calmo ed elegantemente avvolto dal suo frac nero, con tanto di cilindro in testa.
Si lasciò andare al contatto delicato delle loro labbra, stranamente non approfondito né appassionato. Strano, anche troppo, ragionò Lavi. Quella gentilezza non era mai un buon segno.
Ricevette un sorriso, prima di ritrovarsi quelle stesse labbra a tirare la sua lingua con delicatezza, giocandovi perché si concedesse come una vergine alla prima notte di nozze. Lavi gliele morse per ripicca, andando poi a curarle con brevi tocchi e morsi giocosi, atti solo a non cedere al Noah la supremazia in quel gioco – perché questo era, una semplice partita paragonabile al poker: fortuna e bravura che si mescolano in maniera casuale, determinando le sorti del gioco.
Un altro sorriso, una mano che toglieva il lungo cappello nero.
«L’avrei fatto comunque. E letteralmente».


Tyki Mikk era gentile in una maniera tutta sua. Erano gentili i suoi tocchi, le sue labbra sulla pelle sudata di Lavi, i capelli inumiditi dalla salsedine che gli solleticavano la schiena nuda mentre il suo corpo veniva premuto contro la poltrona di velluto e violato con quella dannatissima lingua sì tagliente, ma che a letto sapeva far faville. Era gentile persino lo sguardo di comprensione che gli rivolgeva, prima di spingersi per intero nel corpo di Lavi, graffiando fianchi e cosce e quant’altro riuscisse a raggiungere con le lunghe dita rapaci. Dita che sapevano stregarlo, averlo e tenerlo con sé a prescindere della situazione in cui si trovavano.
L’avrebbe sfottuto sicuramente sul campo di battaglia, con allusioni sconsiderate che rischiavano di rivelare quel che né l’Ordine né i suoi fratelli Noah dovevano sapere – una relazione, se così la si poteva chiamare, che era sotto ogni punto di vista malsana, abnorme e profana. Una semplice sbandata per la quale avrebbero potuto finire benissimo i loro giorni in pasto alle fiere, o magari alle Tease se si trattava di Tyki.
E nonostante quel rapporto fosse sbagliato da qualunque lato lo si guardasse, Lavi non riuscì all’esimersi dal gemere in maniera molto poco virile ancora una volta, quando si sentì riempire da un corpo che non era suo: pelle scura, mani dappertutto e due pietre d’ambra che gli corrodevano un cuore che non doveva possedere, ma che come mai nella sua vita batteva al pari di un tamburo da guerra che scandiva l’incerto avanzare delle truppe.
Quando infine i due schieramenti si sarebbero scontrati, fazioni opposte con rispettivi ideali e convinzioni radicate, non ci sarebbe più stata occasione per entrambi di tergiversare su lenzuola ammucchiate in un angolo e bicchieri di liquore lasciati a metà perché improvvisamente sopraggiungevano altre priorità tutte riconducibili a nulla di poi così casto. Ci sarebbe stata la mera violenza, il sangue, i morti e gli orrori che la battaglia amava portare con sé, piaghe di dolore e disperazione che se non uccidevano di certo ferivano, e non sempre soltanto il corpo.
Dunque Lavi, con la consapevolezza che prima o poi avrebbe dovuto smettere di voler essere un normale essere umano per iniziare a redigere necrologi e bollettini di guerra come lettere di una corrispondenza, non si preoccupò di quanto apparisse debole o smielato agli occhi di Tyki Mikk quando gli circondò il collo con le braccia, issandosi sul suo bacino e spingendolo a sedersi contro la poltrona fino a trovarsi nuovamente pieno di lui, ancora per un po’, ancora una volta e poi basta – si diceva.
Finché, tra bianco e nero, non fosse più esistito quell’amabile grigio.


«Dimmi guercio, ti sono mancato davvero?».
Lavi smise di tracciare cerchi sul petto del Noah, abbandonato contro le coperte che odoravano di bucato fresco e libidine consumata troppo a lungo come lo stoppino di una candela sempre accesa. Fuori, la tempesta non accennava a calmarsi, e il mare ruggiva con forza contro lo scafo oleato dell’imbarcazione.
«Ti ho già “preso per il culo”, puoi dirmi la verità adesso», ghignò il Conte, beccandosi un pugno su una costola che non lo scalfì minimamente.
Passò un braccio sul fianco di Lavi, il quale indispettito gli aveva dato le spalle. Il giovane Bookman lo sentì inspirare forte nei suoi capelli e più in basso tra le scapole, risalendo fino a sussurrargli contro la conchiglia dell’orecchio.
«Você me ama?»*, domandò con quel suo tipico modo di fare spocchioso. Lavi, se possibile, si fece ancora più piccolo sul lettone a due piazze.
«Ti ho già detto che mi irriti?».
Tyki sorrise, spontaneo per una volta, e si strinse di più al suo corpo sotto le coperte.
Decisamente, un tipo insopportabile.
Schifosamente, meravigliosamente insopportabile.



*"Mi ami?"
 
Top
Asa-san
view post Posted on 7/7/2012, 14:19




Se scrivessi tanto NaruSasu non ti chiederei le Tyki/Lavi ù.ù Anche perchè Tyki deve stare con me ù.ù
Cmq è dolcerrima *_* Brafa brafa!!
Ahahah il tipo di Elite Yankee Sabuto è mitico cmq xD Quel drama fa ridere troppo xD

Edited by Asa-san - 7/7/2012, 15:54
 
Top
Yuki_
view post Posted on 7/7/2012, 14:45




Il NaruSasu mi è ostile!! Vorrei scrivere qualcosa di serio, ma ora come ora ho in mente solo tanto dolce fluff ♥
Se la mia connessione reggesse lo vedrei...quell' "Hell yes" dovevo metterlo per forza XD e grazie :blush:
 
Top
Asa-san
view post Posted on 7/7/2012, 14:56




Ma quale fluff!! Noi (IO) vogliamo il p0rn!!! ù.ù
Sul tubo ci sono le puntate subbate in inglese! La storia è tipo babba, ma le facce del protagonista sono mitiche. Poi ci sono fraintendimenti yaoi xD VEDILO!!!
 
Top
Yuki_
view post Posted on 7/7/2012, 15:09




Hai, senpai *apre il tubo* sempre ammesso che carichi.
Mi domando perché finiamo irrimediabilmente in ot, discussione dopo discussione ç_ç
 
Top
Asa-san
view post Posted on 7/7/2012, 15:26




Perchè come ho scritto in tag siamo pessime admin ^^ Ma chi se ne frega!! xD
 
Top
5 replies since 7/7/2012, 12:23   87 views
  Share